November 28, 2012

Lavoro, dignità, rispetto. Questi sconosciuti


Ogni giorno, nonostante il mio ottimismo che mi dà la forza, mi scontro con le storture di questo Paese che sono tante e difficilmente sanabili, se non con tempi lunghissimi. E ogni giorno aumenta in me la voglia di andarmene perché mi ritrovo e mi immedesimo sempre meno nella realtà italiana e nei comportamenti degli italiani. 

La mia mentalità anglosassone, il mio spirito più protestante-luterano che cattolico (benché non sia credente), la mia voglia di trasparenza e onestà sopra a tutto e il mio pragmatismo, mi fanno essere anni luce lontana dalle arzigogolate e barocche logiche italiche che non capisco e alle quali non riesco ad abituarmi. 

Questa mattina, sull'Espresso, è stata ripresa da "Gli antennati" di Riccardo Bocca, una lettera che un mio amico, Luca Martera, ha scritto al direttore generale della Rai Gubitosi che non fa che confermare il mio giudizio totalmente negativo (e qui generalizzo, lo so bene che di eccezioni ce ne sono e anche tante) che ho dell'Italia.

A proposito della nuova legge da poco approvata che finalmente equipara i figli naturali a quelli nati all'interno del matrimonio (dovevamo aspettare il 2012?), anche Mamma Rai ha figli e figliastri e li tratta molto diversamente. 

Chi fa onestamente, e bene, il proprio lavoro senza essere "raccomandato" (la raccomandazione, QUESTA è la vera vergogna del paese), si vede pagare compensi al di sotto del minimo sindacale, che sono inaccettabili. E sempre con quell'atteggiamento odioso che "non sei tu a propormi un lavoro, ma sono io ad offrirtelo e quindi mi devi riconoscenza infinita e incondizionata" anche, anzi, soprattutto, se è pagato poco e male. 



Tutto questo significa non avere rispetto (parola conosciuta da pochi) per le persone e per la loro professionalità.




Di ieri poi, ma a volerle cercare ce ne sono tutti i giorni, la notizia sul Corsera di un informatico che ha lasciato l'Italia e ha trovato fortuna non appena ha posato piede prima in Olanda e poi in Inghilterra. 




Saranno anche tempi di crisi e la vita non è facile per nessuno (almeno per le persone normali) ma la dignità e il rispetto non dovrebbero mai mancare e quello che ho raccontato qui, prendendo due esempi di come funzionano le cose in Italia, è roba antica e questi comportamenti si sono sedimentati nel tempo. Non c'è scusa di crisi che tenga.




3 comments:

Nela San said...

Guarda, potrei portati come esempio quello che ho riferito io ad un mio collega ed allargarlo, per analogia, all'Italia. La frase suonava più o meno così: "qui assomigliamo a due paesi emergenti, all'India e alla Cina. Ma non in senso positivo. Come la Cina abbiamo il Politburo e come l'India gli intoccabili.
Gli si è subito smorzato il sorriso, dopo la spiegazione.

dede leoncedis said...

ho letto la lettera di Luca Martera e concordo in tutto e per tutto con quanto ha scritto

Carla said...

Nela e Dede, grazie a entrambe. Diventa sempre più difficile restare ottimisti!