Chi mi conosce, ma anche chi mi ha conosciuta attraverso il blog, sa che tengo molto alla laicità dello Stato e che le ingerenze della Chiesa sulla vita di tutti i cittadini italiani, compresi quelli non credenti o appartenenti ad altre religioni, per me è insopportabile. La religione è qualcosa che dovrebbe appartenere alla sfera molto privata di una persona e il papa dovrebbe rivolgersi unicamente a chi appartiene a quella religione senza interferire continuamente sulle leggi dello Stato. Sappiamo che così non è, almeno in Italia, e spesso questo si trasforma in fanatismo che, anche se blando, è comunque violento contro chi non la pensa come la Chiesa vorrebbe. Io ho un approccio molto razionale, pragmatico e analitico della realtà e della vita, non voglio convincere nessuno a non credere in qualcosa e vorrei che nessuno cercasse di convincere me del contrario.
Io ho sempre pensato alla morte, ma non in maniera negativa, solo essendo conscia che prima o poi (non subito eh, c'è tempo!) accadrà anche a me, come succederà a tutti: è l'unica cosa certa della vita! Ci si confronta presto, anche quando si è giovani, con il dolore per la scomparsa di una o più persone care e quello che ho imparato è che fa parte della vita e non bisogna evitarla non parlandone perché poi, quando arriva, non siamo preparati, non sappiamo come affrontarla e ci disperiamo. La familiarità invece, almeno con questa parola che spaventa tutti, credo sia necessaria per renderla inoffensiva ed esorcizzarla, liberarla di quel significato negativo che la caratterizza. Il funerale, specie per le persone più vicine al defunto, è qualcosa di fortemente oneroso e difficile da organizzare, perché ci sono mille cose da fare, e quindi riuscire a pensarci, scrivendo le proprie volontà o informandosi sulle varie tipologie di cerimonie funebri, quando si è ancora in vita faciliterebbe molto le cose, dopo, per chi resta. Questo documentario, che ho visto con molto interesse e attenzione, riguarda la sfera laica, civile, ma può essere un mezzo di riflessione utile anche per chi è credente.
il trailer
Cosa sanno gli italiani dei funerali laici?
LA SCHEDA DEL DOCUMENTARIO:
Organizzare un funerale ‘civile’ in Italia non è sempre semplice: nella maggior parte della città non esiste un luogo dignitoso dove svolgerli, alcuni pensano addirittura che non sia possibile celebrare un rito diverso da quello religioso e spesso, pur ritenendosi non-cattolici, non vedono altra alternativa a quella di recarsi in chiesa. Il documentario segue il percorso di tre ragazze che devono rispondere alla chiamata di soccorso della propria nonna: informarsi e organizzare per tempo un funerale ‘civile’. Inizia così un viaggio ironico e irriverente intorno al tema della morte. In primo luogo gli aspetti pratici che riguardano l’organizzazione di un funerale: dove si celebra un funerale ‘civile’? E cosa si fa quando in una città non esiste una "sala del commiato"? C’è una ritualità consolidata per i funerali civili? Esistono dei ‘cerimonieri laici’ che possano supportare i presenti durante lo svolgimento della funzione? A tutte queste domande cerca di rispondere il documentario attraverso interviste e testimonianze di personaggi famosi e di gente comune.
Se sono riuscita a incuriosirvi, il resto della scheda la potete leggere sul sito www.scheggedicotone.com alla voce "documentari", in alto a destra.
Qui trovate alcune recensioni:
6 comments:
Molto interessante!
Mi sembra che pochi si fanno questa domanda.
Si deve fare con la chiesa.
Adesso i genitori dei compagni della classe di mio figlio (fanno la quarta elementare) si stanno affannando per trovare il giorno giusto per fare catechismo. Siamo solo in due a non partecipare...
Mi sa che scriverò un post su questo...
Marika, in un paese come l'Italia che ospita il Vaticano, è ancora difficile affrontare questi discorsi, purtroppo. Però è bene cominciare prima o poi. Fai bene secondo me a scrivere il post! :o)
Qualche tempo fa è morta la nonna di mio marito. Siccome era cattolica, sua figlia e suo genero, che cattolici non sono, si sono adoperati per organizzare il funerale in chiesa. E siccome amano parlare chiaro, hanno detto subito al prete che non erano religiosi, ma la defunta sì e che pertanto facevano questo per rispettare le sue (presumibili) volontà.
Ora si dà il caso che NESSUNO in famiglia anche dalla parte mia sia religioso (che combinazione).
La cerimonia è cominciata nel modo normale solo che nessuno rispondeva alle parole della messa... il prete resosi conto di ciò si è reputato molto offeso e ha cominciato a inserire nella predica discorsi sulla religione in generale e sul perchè è importante fare il funerale in chiesa e sul signficato dell'appartenere alla Chiesa ecc, insomma, cercava di catechizzarci per l'occasione. Un po' alla volta il funerale è scivolato verso una specie di parodia grottesca, alla faccia del rispetto per la nonnina.
Ora questo prete lo sapeva che non eravamo religiosi. Ma la mancanza di parteciapzione al suo rito, questa non la poteva tollerare! Avrebbe preferito che almeno facessimo finta per non disturbare la cerimania...
La dice lunga sulla differenza tra religione e spieritualità, mi pare.
Ciao Giulia,
interessante il tuo commento, posso immaginare la situazione surreale in cui vi siete trovati. Ce n'è ancora molta di strada da fare e di religiosi illuminati ce ne sono sempre troppo pochi...
Oltre ad esserci una differenza tra religione e spiritualità, c'è una differenza profonda tra religione e chiesa, soprattutto.
Uno dei fondamenti della religione cristiana è l'essere accoglienti verso l'altro...non sempre vedo questa accoglienza e me ne rammarico.
Mi colpisce il commento di Giulia, perchè trovo il comportamento del religioso molto poco educato. Mi colpisce il commento di Marika riguardo la catechesi, che non è un obbligo, che non va incastrata nel giorno giusto, che volendo si può anche rimandare ad altri anni...Non so, forse il mio non è l'approccio più giusto, però credo, come in tutte le situazioni, che la fede e poi la religione non debbano affatto essere obblighi ma scelte.
E ogni essere umano, ad ogni età, a suo modo, è in grado di fare una scelta, ripeto a suo modo.
Catechesi significa "insegnare a viva voce", non significa "imporre a viva voce l'unicità di una idea a prescindere dagli altri". E' doloroso(lo so, è una parola grossa)vedere come la cecità mentale continui a far danni.
grazie per questo interessante posto
Fabipasticcio, grazie a te per aver commentato.
Purtroppo la religione in Italia non è quasi mai una scelta consapevole. Fino a pochi anni fa era semplicemente un dato di fatto essere cattolici e anche se si pratica poco (in quanti vanno a messa o seguono le regole alimentari?) la religione si segue per abitudine e spesso viene vista non come questione personale e privata e quindi più sentita, ma come forma di omologazione e di ostentazione, in un certo senso: ci si prepara tutti insieme per la comunione e per la cresima, più per mostrare il vestito e parlare dei regali ricevuti o da fare, che come crescita di un percorso spirituale all'interno di una fede religiosa. Si fa perché si è sempre fatto e perché lo fanno tutti.
Non siamo mai stati un popolo dal grande senso critico e non siamo mai stati abituati a ragionare con la nostra testa...
Post a Comment